L'OMS definisce una nuova nomenclatura per le varianti di SARS-CoV-2. D’ora in avanti, ad esempio, la variante conosciuta come quella inglese, si chiamerà Alpha; quella sudafricana sarà Beta e la brasiliana Gamma.
Quanto dura la protezione contro le infezioni future dopo un’infezione primaria da SARS-CoV-2? Conoscere il rischio di una seconda infezione nella popolazione guarita da COVID-19 è fondamentale.
Uno studio ha analizzato i dati dei pazienti COVID-19 ospedalizzati in India. La predominanza di patogeni Gram-negativi unita agli alti tassi di resistenza agli antimicrobici costituiscono una scoperta allarmante.
Un piccolo studio su pazienti vaccinati suggerisce che la vaccinazione non si associa al peggioramento dei sintomi o della qualità della vita in pazienti con sintomi persistenti dopo la COVID-19 acuta (sindrome Long-COVID).
Il periodo estremamente difficile causato dalla pandemia di COVID-19 ha segnato molti medici, che ora stanno rivalutando le loro possibilità future. Non sono pochi quelli che stanno pensando di cambiare lavoro.
Il processo patologico che danneggia il fegato dei pazienti affetti da COVID-19 è una alterazione della vascolarizzazione, dovuta all’eccessiva produzione dell’interleuchina IL-6.
La FDA ha esteso l’autorizzazione all’uso in emergenza del vaccino Pfizer/BioNTech anche ai ragazzi di età compresa tra 12 e 15 anni. Il vaccino è sicuro ed efficace anche in questa popolazione.
I ginecologi italiani chiedono al ministro Speranza che le donne in gravidanza siano inserite tra le categorie “fragili” da vaccinare prioritariamente contro il nuovo coronavirus.
I certificati di vaccinazione tedeschi non hanno dispositivi anti-contraffazione. Possono infatti essere rilasciati dal medico di famiglia, che registra le vaccinazioni apponendo firma e data sul documento.
Le raccomandazioni fornite dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) riflettono la letteratura e le indicazioni esistenti. Considerata la rapida evoluzione delle evidenze scientifiche, sono in continuo aggiornamento.
Due studi preprint dell’Università di Oxford hanno indagato sulla riduzione del tasso di infezione COVID-19 e sui livelli di anticorpi dopo una singola dose di vaccino AstraZeneca o Pfizer.
Un nuovo studio mostra che anche i casi lievi di COVID-19 aumentano il rischio di mortalità nei sei mesi successivi alla diagnosi e che questo rischio aumenta di pari passo con la gravità della malattia.
Ad oltre un anno dall’inizio della pandemia di COVID-19, è ancora urgente la necessità di rendere ampiamente disponibili test semplici da eseguire, poco costosi, facilmente ripetibili.
Un gruppo di ricercatori ha evidenziato che il rischio di trombosi venosa cerebrale da COVID-19 è circa 100 volte maggiore del normale, diverse volte superiore a quella post-vaccinazione o che fa seguito all'influenza.
Uno studio recente mostra che nei pazienti affetti da COVID-19 in forma grave sono alterati i circuiti nervosi proprio nel tronco cerebrale dove si trovano anche i centri di controllo della respirazione.
Secondo uno studio recente della NTU di Singapore i soggetti guariti da COVID-19, specialmente quelli con preesistenti patologie cardiovascolari, possono essere a rischio di sviluppare trombosi.
Secondo uno studio pubblicato recentemente sull'European Respiratory Journal, nelle persone sane indossare una maschera protettiva ha solo un effetto modesto sulla capacità di svolgere un esercizio vigoroso.
«Mi limito ad osservare da scienziato il mondo che ho intorno: mio figlio è passato dall’ambiente protetto di un singolo nucleo familiare e l’asilo a un numero estremamente superiore di esposizioni possibili al contagio».
Il Prof. Salvatore Corrao prende spunto dalla recente vicenda che ha portato alla sospensione temporanea del vaccino AstraZeneca per diffondere nella popolazione generale un po’ di cultura epidemiologica.
L'EMA ritiene che il bilancio benefici-rischi del vaccino anti-COVID sviluppato da AstraZeneca rimanga positivo, e che, nel complesso, non vi sia alcuna associazione con disturbi tromboembolici.