Ricercatori svizzeri evidenziano in una ricerca che il coronavirus SARS-CoV-2 sembra attaccare fondamentalmente le cellule endoteliali che rivestono i vasi sanguigni, causando nelle forme severe insufficienza d'organo multipla. Lo studio è pubblicato sulla rivista Lancet.
L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) pubblica costantemente gli ultimi aggiornamenti sulle sperimentazioni in atto e sui farmaci usati contro la COVID-19. Recentemente ha aggiornato la scheda relativa all’azitromicina.
Non è chiaro se esista un'associazione tra la COVID-19 e l’arresto cardiaco extraospedaliero. Una ricerca riferisce che in Lombardia, sede del primo focolaio epidemico italiano, i casi di OHCA sono aumentati notevolmente nei primi 40 giorni di pandemia rispetto al 2019.
Considerato il numero sempre crescente di pazienti affetti da COVID-19, gli ospedali stanno sperimentando sempre più spesso sistemi di intelligenza artificiale per aiutare i medici nella diagnosi e nella valutazione della malattia. Finora i risultati sono stati contrastanti.
Da qualche tempo all’interno della comunità medico-scientifica si sta discutendo della possibilità che l’infezione da SARS-CoV-2 possa determinare, nei bambini, la malattia di Kawasaki. Vi riportiamo il post pubblicato su Facebook dal Dr. Raffaele Troiano.
È liberamente scaricabile da internet un documento nato dall’esigenza di avere una sintesi delle evidenze disponibili sulla COVID-19. Il documento nasce per dare risposte concrete ed immediate basate non solo sulla letteratura scientifica, ma anche sulle esperienze condivise.
Ad oggi, non ci sono prove sufficienti sull'efficacia dell'immunità mediata dagli anticorpi per garantire la sicurezza di un’ipotetica “patente di immunità". L'uso di questi “passaporti immunitari” non supportato da prove scientifiche può solo aumentare i rischi di trasmissione del virus.
A Trieste è stato condotto uno studio che rappresenta la prima indagine italiana per la valutazione dello stato immunitario verso COVID-19 su dipendenti dell'ospedale IRCCS Burlo Garofolo, attraverso il monitoraggio congiunto di anticorpi e presenza del virus.
L'infezione polmonare da SARS-CoV-2 potrebbe essere la conseguenza dell'esposizione al virus attraverso il tratto gastrointestinale (dopo essere penetrato nell'organismo attraverso le vie respiratorie superiori). Vi riportiamo l’ipotesi del Dr. Giovanni Ghirga, pubblicata su theBMJ.
Una ricerca ha mostrato che il tasso di infezione tra il personale del servizio sanitario che cura i pazienti non è superiore a quello dei dipendenti ospedalieri che ricoprono ruoli non clinici. I risultati offrono rassicurazione al personale a diretto contatto coi pazienti COVID-19.
Sull’uso delle mascherine si sta discutendo molto, col risultato che oggi c’è ancora molta confusione in merito. Vi invitiamo a leggere la traduzione di un articolo scritto dalla Professoressa Trisha Greenhalgh e da Jeremy Howard, ricercatore e imprenditore.
Uno studio, non ancora peer-reviewed, ha identificato nei maschi un maggiore tempo di eliminazione del virus e ha ipotizzato che il motivo sia dato dal fatto che i testicoli costituiscano un serbatoio virale. Lo studio preliminare non è ritenuto valido da altri studiosi.
Un articolo “preprint” evidenzia alcune differenze tra SARS-CoV e SARS-CoV-2 nei meccanismi di infezione. La ricerca esamina anche alcuni farmaci che potrebbero essere candidati alla terapia della COVID-19: il Camostat, il Nafamostat, la aprotinina, l’omeprazolo.
Aspetti gestionali ed organizzativi della realtà ospedaliera in questa nuova fase della pandemia di COVID-19. Nell’articolo si parla di ripresa delle attività elettive, di gestione dei prericoveri e degli accessi in Pronto Soccorso, di riabilitazione, di disagio psichico.
La pandemia di COVID-19 ha spinto molti medici a cercare sui social network la possibilità di scambiare informazioni ed esperienze per saperne di più sulla malattie. In molti l’hanno trovata nel gruppo Facebook “Coronavirus, Sars-CoV-2 e COVID-19 gruppo per soli medici”.
Da più parti si suggeriscono i benefici di trattamenti anticoagulanti ed in particolare dell’eparina a basso peso molecolare in caso di infezione COVID-19. Sembra che l’eparina possa rivelarsi utile in pazienti COVID-19 positivi. La SISET però invita alla cautela.
Mascherine chirurgiche, filtranti, con valvola o senza valvola, sono strumenti fondamentali per la protezione di se stessi e degli altri. Quali usare? La Dottoressa Susanna Borriero, specialista in Medicina del Lavoro, fa il punto della situazione.
Un recente articolo pubblicato su Nature Reviews Drug Discovery fa il punto della situazione sullo stato della ricerca di un vaccino per la COVID-19. Lo sviluppo di questo vaccino è guidato da 3 imperativi: velocità, produzione e distribuzione su scala mondiale, accesso globale.
Dai primi timori per quello che stava per succedere fino alla gioia di ricevere un uovo di cioccolata alla vigilia di Pasqua. Questo è il racconto di un medico, affidato a Twitter. In mezzo, i corridoi dell’ospedale che traboccano di barelle, i turni infiniti, i colleghi contagiati.
Nicolas, medico reumatologo, sta lavorando senza sosta in due ospedali della regione Grand Est, nel nord della Francia. La sua storia inizia trent'anni fa, ma ha un nuovo inizio trenta giorni fa. Si chiama Nicolas, ma il suo nome non è importante.