Diversi ospedali in tutto il mondo hanno iniziato a utilizzare software di intelligenza artificiale (IA) per analizzare le immagini radiologiche alla ricerca di segni per fare diagnosi o per valutare la gravità della COVID-19. Alcuni radiologi stanno usando l'IA in combinazione con altri parametri, quali la saturimetria ad esempio, per monitorare la malattia e valutare le opzioni terapeutiche. Altri la usano per diagnosticare più rapidamente la malattia. Durante questa emergenza, infatti, refertare TC o radiografie può richiedere ore, mentre l’esito dei test del tampone rinofaringeo può arrivare anche dopo giorni. L'obiettivo quindi è quello di accelerare le cure per il paziente e di alleviare il carico di lavoro dei radiologi, che a volte valutano centinaia di esami al giorno.
Negli ultimi anni questa tecnologia si è dimostrata promettente nella valutazione di tumori e di altre patologie polmonari. Parlando di COVID-19, alcuni medici dicono che l’IA commette diversi errori. Altri medici la ritengono utile per avere informazioni aggiuntive, ma che è troppo presto per dire se ha reso il loro lavoro più efficiente o se ha contribuito a salvare più vite. Questo dimostra che la tecnologia ha bisogno ancora di tempo per essere migliorata. I sistemi di IA infatti dimostrano spesso di funzionare bene nelle sperimentazioni, ma i loro risultati possono essere insoddisfacenti nel mondo reale, più imprevedibile.
"Non credo che il nostro flusso di lavoro sia migliorato in modo significativo", ha detto il Prof. Francesco De Cobelli, responsabile dell'unità di radiologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano. L'ospedale ha provato il software di IA di tre diversi fornitori per aiutare a valutare le radiografie e le TC. Il suo team ha riscontrato subito errori in un sistema fornito da qure.ai, una startup indiana. Il sistema valutava la malattia peggiore di quanto non fosse. "Il problema è che questo software è stato realizzato non per la COVID-19, ma per la tubercolosi", ha detto il Prof. De Cobelli. Il suo team si è confrontato quotidianamente con gli ingegneri di qure.ai per migliorare sistema, e il problema sembra essere stato risolto.
Alcune aziende dicono di aver sviluppato sistemi di scansione polmonare capaci di rilevare la COVID-19 con tassi di accuratezza del 96% o più. Tuttavia i medici sono scettici sul fatto che questi numeri possano essere raggiunti nel mondo reale. Questo perché le aziende costruiscono i loro algoritmi addestrandoli su centinaia o migliaia di scansioni polmonari di pazienti che non sono necessariamente affetti da COVID-19, ma da altre malattie. “Ci sono voluti cinque anni per convalidare i sistemi di IA in grado di rilevare il cancro al seno” ha detto il Dr. Hugh Harvey, un radiologo britannico. "È impossibile che qualcuno possa aver fatto questo lavoro per la COVID-19 negli ultimi tre mesi".
A Mosca, decine di ospedali stanno inviando scansioni TC al dipartimento della sanità della città perché siano valutate con un software di IA nell’ambito di trial clinico. Se i risultati saranno soddisfacenti, il software potrà essere messo a disposizione dei medici in ospedale per aiutarli nella pratica clinica.
“Al momento i medici sono preoccupati” ha detto Ivan Blokhin, un ricercatore medico impegnato nella sperimentazione in cui si usa il software di RADLogics. "Semplicemente non conoscono i punti di forza e le debolezze degli algoritmi. I medici sono diffidenti nel prendere decisioni su un paziente, ad esempio sulle sue dimissioni, in base al referto di un computer”.
Il Dr. Bolkhin ha detto che una delle sfide del nuovo approccio è abituarsi a nuove misurazioni non ancora convalidate. “I radiologi di solito cercano i segnali visivi del virus, le cosiddette opacità a vetro smerigliato ad esempio. L’IA non può funzionare allo stesso modo, cerca altri parametri. Ad esempio, gli algoritmi di RADLogics mostrano quanti centimetri cubici dei polmoni di un paziente sono stati colpiti da COVID-19. Non abbiamo abbastanza informazioni per dimostrare che questo è un parametro utile. Al momento non sempre le valutazioni dell’IA e dei medici combaciano”.
Il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma da metà marzo sta usando il software della Beijing Infervision Technology, una start-up cinese, per valutare ogni settimana circa 100 pazienti affetti da coronavirus. Il Prof. Bruno Beomonte Zobel, responsabile del centro di imaging dell'ospedale, ha detto che il software IA di Infervision ha talvolta confuso la COVID-19 con altre forme di polmonite virale. Tuttavia, dà voti alti alla capacità del software di identificare la gravità della malattia, e dice che vale la pena di usare il sistema. "Si gestiscono molti più esami in un tempo più breve” ha detto.
Infervision ha dichiarato che i suoi sistemi di IA stanno facendo progressi nella diagnosi differenziale e che col tempo gli errori diminuiranno.
Fonte: Olson P. Technology: answers elude AI in fight against virus. The Wall Street Journal. 5 May 2020