È stato pubblicato su medRxiv, un sito web creato dal Cold Spring Harbor Laboratory per rendere la ricerca disponibile alla comunità scientifica in tempi brevi, prima del consueto processo di peer review, uno studio nel quale si dimostrerebbe che gli uomini eliminano il virus dal loro corpo più lentamente delle donne. La spiegazione starebbe nel fatto che gli uomini possano conservare il virus nelle cellule testicolari.
"Gli studi COVID-19 in tutto il mondo hanno costantemente dimostrato una maggiore incidenza e una maggiore gravità della malattia negli uomini rispetto alle donne", dice Aditi Shastri, autore principale dello studio Montefiore-Einstein. "Il nostro studio ha scoperto che gli uomini hanno più difficoltà a eliminare il virus dopo l'infezione, il che potrebbe spiegare le forme più gravi di COVID-19".
L'analisi ha coinvolto 68 persone (48 uomini e 20 donne) con sintomi di COVID-19. Dopo essere stati sottoposti ai primi test con tamponi nasali che indicavano un'infezione attiva, i soggetti sono stati esaminati costantemente con tamponi seriali fino a quando i test non sono diventati negativi. Le donne hanno eliminato il virus significativamente prima degli uomini: una mediana di 4 giorni per le donne contro i 6 giorni per gli uomini. Successivamente, sono state identificate tre famiglie di Mumbai in cui uomini e donne erano risultati positivi al test del tampone per l'infezione da coronavirus. Anche in questo caso, le donne di tutte e tre le famiglie hanno eliminato il coronavirus prima dei membri maschi della stessa famiglia.
Perché gli uomini hanno difficoltà ad eliminare il virus? I ricercatori si sono concentrati sui meccanismi molecolari di infezione attualmente conosciuti, in particolare sull’interazione fra SARS-CoV-2 e recettori ACE2. Sembra che i tipi di cellule che esprimono livelli abbondanti di ACE2 sulle loro superfici siano teoricamente più suscettibili all'infezione. I ricercatori hanno consultato tre database indipendenti con informazioni sull'espressione dell'ACE2 in diversi tessuti umani. Hanno riscontrato che i testicoli, insieme ai polmoni e ai reni, sono i distretti corporei con la più alta espressione di ACE2. Al contrario, l'ACE2 non è rilevabile nei tessuti delle ovaie. Il dottor Shastri sottolinea che la capacità del nuovo coronavirus di infettare e moltiplicarsi nel tessuto testicolare deve essere confermata, ma dice che non ne sarebbe sorpreso.
Il Dr. Rod Mitchell, del MRC Centre for Reproductive Health, University of Edinburgh, ha detto: "Si tratta di un piccolo studio che coinvolge pochi pazienti. La tesi principale che i testicoli fungano da serbatoio per il virus è teorica e non viene effettivamente testata. Fondamentalmente, lo studio non determina quando ogni persona è stata infettata e quindi non è possibile determinare con precisione la durata dell'infezione. Lo studio include poi pazienti di età compresa tra i 3 e i 75 anni, cosa di cui non si è tenuto conto nell'analisi. Data la variazione del comportamento del virus e le differenze nei testicoli tra bambini e adulti, si tratta di un'omissione importante.
Se è vero che ACE2 è coinvolto nel meccanismo di infezione, ci sono altre proteine che contribuiscono a questo processo. Pertanto, sarebbero necessari ulteriori studi per dimostrare se il virus entra e persiste nelle cellule del testicolo”.
Il Prof. Paolo Madeddu, Professore di Medicina Cardiovascolare Sperimentale della University of Bristol, ha detto: “La COVID-19 è certamente più frequente e grave negli uomini, lo studio indica una possibile associazione dell'infezione con l'espressione dell'ACE2 nelle gonadi maschili. Ma le prove sono deboli per due motivi.
Il campione esaminato è piccolo e la differenza, anche se statisticamente significativa, avrebbe solo un piccolo effetto biologico, se presente.
In secondo luogo, ci sono molte altre possibili ragioni per la differenza osservata, tra cui le cariche virali, i fattori di rischio e la protezione degli ormoni femminili. Se l’ipotesi fosse vera dovremmo osservare sintomi clinici come l'infiammazione testicolare che, per quanto ne so, non sono comuni [...]. È importante notare che un altro studio ha dimostrato che non c'era alcun segno del virus nel liquido seminale degli uomini infetti. Questo, insieme all'osservazione che il virus non viaggia nel flusso sanguigno, rende improbabile la possibilità che il testicolo sia un serbatoio del virus.
In realtà questo articolo preprint ha basato l'ipotesi solo su prove indirette che collegano una modesta differenza nella durata della malattia con l'osservazione che il recettore per l'ingresso del virus è abbondante nel testicolo. Gli autori non hanno misurato il virus nello sperma, né hanno riportato altri sintomi testicolari [...].
In sintesi, non vi è alcuna prova che i testicoli possano ospitare il virus. Un modesto aumento della durata della malattia in una piccola coorte studiata dagli autori, insieme al fatto che il recettore del virus si esprime nel testicolo, è tutt'altro che sufficiente per dire che il testicolo è un serbatoio per il virus”.
Il Prof. Jonathan Ball, Professore di Virologia Molecolare alla University of Nottingham, ha detto: "In un altro studio, che era ancora una volta un preprint e quindi non sottoposto a peer-reviewing, un piccolo campione di maschi ha fatto testare il proprio sperma per la presenza di SARS-CoV-2 nella fase di convalescenza. L’analisi è stata fatta anche sui testicoli di un paziente morto dopo infezione. Nessuno dei campioni è risultato positivo alla presenza del virus, il che suggerisce che il tratto genitale maschile non era un serbatoio importante per il virus. Ovviamente è importante capire la distribuzione corporea del virus a diversi stadi della malattia, e quindi sono necessari ulteriori studi per capire come si sviluppa la COVID-19 e perché i maschi sembrano essere più gravemente colpiti".
Fonti: Delayed clearance of SARS-CoV2 in male compared to female patients: High ACE2 expression in testes suggests possible existence of gender-specific viral reservoirs. Aditi Shastri, Justin Wheat, Sachee Agrawal, Nirjhar Chaterjee, Kith Pradhan, Mendel Goldfinger, Noah Kornblum, Ulrich Steidl, Amit Verma, Jayanthi Shastri. medRxiv 2020.04.16.20060566; doi: https://doi.org/10.1101/2020.04.16.20060566 - This article is a preprint and has not been certified by peer review
Expert reaction to preprint on testes and the COVID-19 virus, SARS-CoV-2. Science Media Centre. April 19 2020.