L’Università di Oxford annuncia che il desametasone, farmaco a basso costo, riduce fino a un terzo i decessi dei pazienti affetti da COVID-19 ospedalizzati con gravi complicanze respiratorie. Lo studio e i dati completi della ricerca saranno presto resi disponibili.
Le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) sono nate per implementare la gestione dell'emergenza sanitaria COVID-19 nell'ambito dell'assistenza territoriale. Riportiamo il resoconto di due mesi e mezzo di attività della Dott.ssa Paola Ferranti, coordinatrice USCA.
Un paziente curato con infliximab per una colite ulcerosa associata a COVID-19 ha riportato in pochi giorni miglioramenti del quadro polmonare. Il caso descritto, primo al mondo, potrebbe supportare l'ipotesi che il farmaco sia utile nella terapia per COVID-19.
La pandemia di COVID-19 sta segnando corpi e anime, ma non solo. Sta scuotendo anche il pensiero e le opinioni. Da settimane la società nel suo complesso, e la professione medica in particolare, sono bersagliate da una disinformazione costante e aggressiva.
Uno studio dell'ospedale universitario di Augsburg, Germania, ha evidenziato che il tessuto polmonare dei pazienti affetti da COVID-19 deceduti presenta danni irreversibili. La causa del danno osservato è stata addebitata all’infezione da SARS-CoV-2.
Una scoperta tutta italiana permette di fare un importante progresso nelle conoscenze sulla COVID-19. I ricercatori hanno scoperto che, nei pazienti affetti da COVID-19, i livelli di sFlt-1 aumentano fino a cinque volte durante il ricovero.
Secondo i dati raccolti in un registro di pazienti affetti da cancro e COVID-19, l'età avanzata, le scarse condizioni generali e la progressione del cancro erano fortemente associati ad un aumento della mortalità.
Grazie ad un registro internazionale sono stati seguiti 428 pazienti affetti da tumore toracico/polmonare infettati da COVID-19, e i dati sono preoccupanti.
L'OMS e alcuni governi nazionali hanno modificato le loro politiche e trattamenti COVID-19 sulla base di dati quasi certamente errati raccolti da Surgisphere, una società statunitense di analisi sanitaria poco conosciuta, mettendo anche in discussione l'integrità di studi chiave.
Crema è una cittadina in provincia di Cremona, il territorio italiano dove la pandemia di COVID-19 ha colpito con più violenza. Il Dr. Borghetti, radiologo di 62 anni, racconta la sua esperienza presso l'Ospedale Maggiore di Crema durante l’emergenza sanitaria.
Guido Silvestri è autore della rubrica “Pillole di ottimismo”. Tramite aggiornamenti quotidiani su Facebook il Prof. Silvestri, docente negli USA, informa i suoi lettori sull’evoluzione della pandemia di COVID-19.
Un recente articolo mette in evidenza una serie di possibili meccanismi fisiopatologici, sindromi cliniche e trattamenti adiuvanti specifici, sulla base di alcune pubblicazioni che chiariscono il ruolo dell'emoglobina, del metabolismo del ferro e dell’ipossia in questa malattia.
Una lettera aperta esprime preoccupazioni relative all'analisi statistica e all'integrità dei dati dello studio che ha spinto l’Organizzazione Mondiale della Sanità a sospendere la sperimentazione clinica dell’idrossiclorochina per il trattamento dell’infezione da SARS-CoV-2.
In un articolo pubblicato su JAMA Pediatrics viene affrontato il ruolo della chiusura delle scuole nella gestione della pandemia di COVID-19. Nell’articolo si mette in discussione l’utilità di questa misura adottata da diversi Paesi nel mondo.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato che sospenderà temporaneamente la sperimentazione con idrossiclorochina. L’AIFA ha sospeso l’autorizzazione all’utilizzo di idrossiclorochina per il trattamento della COVID-19 al di fuori degli studi clinici.
È stato pubblicato recentemente un report con i risultati di un'indagine su un'epidemia nosocomiale di COVID-19 presso il St. Augustine's Hospital, in Sudafrica. L'indagine è iniziata il 4 aprile dopo l'identificazione di un certo numero di casi confermati di COVID-19.
Sono stati resi noti i risultati preliminari di una delle principali sperimentazioni che riguardano il remdesivir. I pazienti ospedalizzati affetti da COVID-19 in terapia con remdesivir hanno avuto un tempo di guarigione mediano di 11 giorni contro i 15 giorni del gruppo placebo.
Una review Cochrane conclude che, al momento, non si può ancora affermare che il plasma di persone che si sono riprese dalla COVID-19 sia un trattamento efficace per i malati di COVID-19. Gli studi disponibili sono infatti di scarsa qualità e non forniscono alcuna prova robusta.
Molti Paesi stanno implementando il contact tracing. Il contact tracer deve individuare i pazienti COVID-19 e parlare rapidamente con loro, aiutare a far sì che i pazienti si isolino e lavorare con i pazienti per identificare le persone con cui i pazienti sono stati in stretto contatto.
Secondo i risultati di uno studio pre-print, all'inizio dell'epidemia il 4,6% dei donatori di sangue dell’area metropolitana di Milano aveva già gli anticorpi contro il coronavirus, percentuale che è salita al 7,1% all'inizio di aprile.