In 26 anni di Anatomia Patologica, ovvero da quando ho iniziato la scuola di specializzazione a oggi, qualunque lesione io veda la verifico sul Rosai. Dalla più banale alla più complessa, quella per la cui diagnosi ti arrampichi sugli specchi e scivoli scivoli e sudi e sudi e poi trovi un filo e ti ci aggrappi e quel filo si srotola fibra dopo fibra e ti conduce verso la soluzione, ma quando ci arrivi, non è finita. Perché “se non è sul Rosai, non esiste”.
Il più importante libro di Anatomia Patologica, di Surgical Pathology, mai scritto. Un manuale indispensabile per chiunque si dedichi a questa disciplina. Un testo comprensibile anche ai “non addetti ai lavori”. Lo studiano anche i chirurghi, per dire, quelli illuminati dico io. Ma l’ho visto anche nelle mani di un paio di veterinari. Due tomi da 12 cm l’uno e lì dentro c’è sempre la soluzione che stai cercando, quella che per trovarla non sai dove sbattere la testa. “Hai guardato sul Rosai?”
E infatti poi trovi quello che cerchi. Basta una riga, una frase che riporti un dato, una parola. C’è.
E la tua firma sul referto istologico vale il peso dei due volumi del Rosai.
Undici edizioni dal 1953, l’ultima nel 2017. E ogni edizione un nuovo libro, una nuova Bibbia tutta da studiare, con aggiornamenti recenti, documentati da una bibliografia imponente.
Ho imparato la Surgical Pathology sul Rosai e non ho mai avuto paura di una diagnosi. Anche quando ho sentito tremare le vene dei polsi, anche quando quella firma sul referto è una sentenza d’appello, anche quando avrei voluto che la diagnosi fosse stata un’altra. “C’è sul Rosai? C’è.”
Un uomo geniale, straordinario, fuori da comune. Con Juan Rosai nato in Italia vicino a Firenze con il nome di Giovanni ed emigrato ancora piccolo con la sua famiglia in Argentina, ho imparato a fare il medico passando dalla Surgical Pathology. In lui albergava la Scienza, quella che parla le parole della conoscenza e che si presenta sempre e soltanto nella sua maestosa bellezza.
Ho ascoltato il Prof. Rosai dal vivo 3 volte: una volta durante la scuola di specializzazione e rimasi fulminata dal suo sapere; le altre due volte durante la mia carriera e anche in queste occasioni rimasi affascinata dall’intelligenza, dalla sapienza e anche dall’arguzia e dalla simpatia che contraddistingueva sempre le sue presentazioni.
Oggi un mio collega ha ricordato quando per spiegare meglio un tipo di lesione pre-cancerosa, mostrando un’immagine di nuvole, cirri bianchi e lucenti come ovatta, disse: “ecco, questa è un’immagine di pioggia in situ.” Chi conosce la materia, sa cosa intendeva dire.
Io ricordo quando mostrò un vetrino in ematossilina/eosina e accanto lo scontrino della spesa per l’allestimento di quel vetrino istologico, dimostrando che con “il succo di una radice di una pianta africana” noi raccontiamo la storia clinica di un tumore, del paziente e della terapia che dovrà fare. Ricordo che rimasi a bocca aperta; non avevo mai riflettuto sull’enorme potenziale di quello che l’anatomopatologo può dedurre dall’esame al microscopio.
Gli ultimi anni della sua vita sono stati difficilissimi per una malattia, ma chi ha avuto ancora modo di incontrarlo ne ricorda la grande lucidità e la verve umoristica sempre viva.
Addio, Maestro, con te ho imparato la mia professione e attraverso i tuoi scritti ho scoperto di saper fare il lavoro che faccio.
Ci ha lasciati il Professor Juan Rosai, grande medico e scienziato della Anatomia Patologica. Con affetto e grande stima da parte di tutti noi del Centro Diagnostico Italiano, dove ha lavorato negli ultimi 15 anni di vita, ma certamente da parte da parte di tutta la comunità scientifica internazionale. Nato in Italia nel 1940 (ne era molto fiero), cresciuto in Argentina fino alla laurea in Medicina e alla specializzazione, raggiunse i massimi livelli accademici e scientifici negli USA.
Difficile ripercorrere la straordinaria carriera del Prof. Rosai perché occupò nella sua vita ruoli di massimo prestigio, dalla Washington University di Saint Louis (Missouri), alla Yale University School of Medicine di New Haven (Connecticut), fino al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York. Quando tornò in Italia a Milano nel 2000, dopo avere collaborato con l’Istituto Italiano dei Tumori, nel 2005 creò il suo Centro di Consulenza di Anatomia Patologia Oncologica presso il Centro Diagnostico Italiano (CDI). Autore di oltre 400 pubblicazioni sulle maggiori riviste scientifiche, fu un grande maestro nel campo della Anatomia Patologica e curò la stesura, con costante impegno, e gli aggiornamenti del libro di testo redatto con il suo mentore, Prof. Ackerman, che risulta ancora oggi un riferimento mondiale per ogni medico anatomo-patologo.
Straordinaria la sua energia didattica che profondeva sia organizzando sessioni al microscopio con i Colleghi Patologi sia in occasione di convegni o congressi. Con la “umiltà” del grande medico e scienziato, cioè a livello seminariale o ad alto livello internazionale. Rimarrà nella memoria di chiunque lo abbia conosciuto, oltre che per la profonda erudizione culturale, anche per le sue peculiari qualità umane, per i suoi saggi insegnamenti in campo medico e per l’identificazione di una patologia, la “Malattia di Rosai-Dorfman”: con tutti quegli istiociti in una linfoadenopatia massiva che deve essere interpretata in ogni diagnosi differenziale nelle patologie del tessuto linfoide.
Da tutti, un grazie per quello che, a tutti, hai insegnato.
Fonti: Piro F. Profilo personale Facebook Francesca Piro. 9 luglio 2020
Casasco A. È mancato il prof. Juan Rosai. Centro Diagnostico Italiano. 10 luglio 2020