La chiusura delle scuole sta creando notevoli disagi alle famiglie. Sono soprattutto quelle con bambini piccoli e con genitori impegnati nella gestione della pandemia ad essere più in difficoltà. Per chi lavora in ambito sanitario, oltre a ferie e congedi bloccati, turni di lavoro infiniti e carichi emotivi pesanti come macigni, la chiusura delle scuole rappresentano un ulteriore ostacolo nella gestione familiare. Ostacoli che, chiaramente, rischiano di avere poi ripercussioni nella vita lavorativa, ovvero nella qualità di cure ai pazienti. Le scuole non sono un parcheggio, ma un luogo di crescita ed un'opportunità di costruire relazioni. Le famiglie dei sanitari chiedono questo per i loro figli.
In Lombardia gli operatori sanitari si sono mossi scrivendo una lettera aperta che, in poche ore, ha raccolto oltre 2500 firme. Nella lettera, i cui primi destinatari sono il Ministero dell'Istruzione, il Ministero dell'Università e della Ricerca, il Ministero della Salute, che venga riconsiderata la possibilità di far accedere alla didattica in presenza i figli del personale sanitario che presta servizio nella gestione dell'epidemia COVID.
Il Dr. Michele Usuelli, medico neonatologo, attualmente consigliere di Regione Lombardia, appoggia la richiesta degli operatori sanitari lombardi: «Divulgo, senza metterci alcun cappello politico sopra, io sono solo uno di loro» ha affermato. «Hanno firmato 2700 operatori sanitari lombardi: medici, infermieri, ostetriche e OSS. Nel documento diffuso alla stampa ci sono nomi, qualifica e luogo di lavoro. Loro ci mettono la faccia. I nostri decisori politici hanno una bella faccia tosta».
"Come genitori ed operatori sanitari impegnati in prima linea nella gestione della pandemia COVID, in particolare in questo momento di ennesima recrudescenza, vorremmo esprimervi la nostra difficoltà e la nostra preoccupazione in merito alla decisione di non permettere ai nostri figli l’accesso in presenza alla didattica, a partire dalla scuola dell’ infanzia in poi.
A tal proposito, vogliamo sottoporre alla vostra attenzione la lettera allegata, sottoscritta da circa 2500 colleghi lombardi (firme raccolte nelle ultime 40 ore).
Riconosciamo, peraltro, come il problema sia complesso e coinvolga molte altre categorie di lavoratori oltre alla nostra, ma ci rivolgiamo a voi con spirito costruttivo e con la fiducia che si possa trovare una soluzione concreta per tutti".