Per prima cosa proviamo a dare una definizione di equipollenza e affinità nell’ambito delle specialità mediche.
Due o più titoli sono detti equipollenti quando gli organi competenti attribuiscono loro lo stesso valore legale e la stessa efficacia giuridica. In virtù di questo, titoli conseguiti in seno a differenti ordinamenti didattici o all’estero sono comunque equiparati a tutti gli effetti. Parlando di specialità mediche, l’equipollenza consente di partecipare a un concorso pubblico di tutte le scuole equipollenti a quella in proprio possesso.
Ad esempio: tra le scuole equipollenti di “Allergologia ed immunologia clinica” c’è “Medicina interna”. Questo significa che, per quanto riguarda i concorsi pubblici, avere la specializzazione in Medicina interna è esattamente come avere la specializzazione in Allergologia ed immunologia clinica.
Spesso equipollenti sono semplicemente le diverse denominazioni che una scuola ha avuto nel tempo (tra le scuole equipollenti di “Cardiologia” troviamo ad esempio: “Cardiologia e malattie dei vasi”, “Malattie cardiovascolari”, “Malattie cardiovascolari e reumatiche”, “Malattie dell'apparato cardiovascolare”). Il rapporto di equipollenza è quasi sempre biunivoco tra due specialità mediche.
L’affinità per le specialità mediche è una caratteristica simile all’equipollenza, con due importanti differenze. La prima: non si può partecipare al concorso pubblico per dirigente di secondo livello (meglio conosciuto come primario o responsabile di unità operativa) in discipline affini alla specializzazione posseduta. La seconda differenza sta nella valutazione dei titoli: la scuola di specialità equipollente determina il punteggio di 1,00, la scuola affine 0,50. Pertanto, nel caso di un concorso pubblico per un ruolo da internista, uno specialista oncologo (scuola affine) ed uno specialista reumatologo (scuola equipollente) potrebbero partecipare, ma otterrebbero dal rispettivo titolo un punteggio diverso (0,50 il primo e 1,00 il secondo - come uno specialista in Medicina interna). L’oncologo, per quanto detto, non potrà aspirare a diventare primario di un’unità operativa di Medicina interna.
il Ministero della Salute ha elaborato un documento che, se approvato in via definitiva, porterà due importanti novità. La prima riguarda la modifica della denominazione della disciplina “Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza (MeCAU)” in “Medicina d’Emergenza-Urgenza (MEU)”. La seconda consiste nella modifica alle tabelle che determinano l’equipollenza e l’affinità tra le scuole di specialità mediche. Il provvedimento, nello specifico, renderà la Medicina d’Emergenza-Urgenza equipollente ad alcune specialità dell’area medica: Medicina Interna, Cardiologia, Gastroenterologia, Malattie dell’apparato respiratorio e Geriatria.
Il cambio di denominazione fa seguito all’esigenza, vecchia di una decina d’anni almeno, di armonizzare ruoli e discipline presenti nel Servizio Sanitario Nazionale con la formazione offerta dalle Scuole di specialità mediche. Sull’argomento nel decreto si menziona un parere del Consiglio Superiore di Sanità che risale addirittura al 2011.
Il decreto menziona alcune motivazioni che hanno determinato le nuove equipollenze, tra cui:
Il cambio di denominazione, in termini pratici, non comporterà probabilmente nessun cambiamento. Alcuni considerano questo atto solo la correzione di un’anomalia, per altri invece si tratta di un riconoscimento formale che dà dignità alla figura e al ruolo dello specialista MEU.
Per quanto riguarda le equipollenze, va sottolineato che questo provvedimento rende la Medicina d’Emergenza-Urgenza equipollente ad altre scuole di specialità. Il contrario (l’equipollenza di varie scuole di specialità alla Medicina d’Emergenza-Urgenza) era norma sancita da tempo (vedi le tabelle equipollenza e affinità). Vale a dire: fino a ieri un cardiologo poteva partecipare ad un concorso pubblico per un ruolo in Pronto Soccorso e diventare primario del reparto, ma non poteva succedere il contrario. Da domani (se il decreto verrà approvato) questo sarà possibile: uno specialista MEU potrà partecipare ai concorsi pubblici per lavorare in Cardiologia e per diventare primario del reparto. Cambiano quelle che possiamo definire le possibilità di uscita del MEU dal Pronto Soccorso, non quelle verso il Pronto Soccorso degli altri specialisti.
Per gli specialisti MEU cambierà molto, per gli altri specialisti probabilmente poco o nulla. La modifica delle equipollenze può essere vista come un riconoscimento dovuto che allinea gli specialisti MEU alle altre specialità. In molti infatti considerano illogico che un geriatra possa lavorare in Pronto Soccorso, ma che un urgentista non possa lavorare in Geriatria. Si può pensare che la scuola di Medicina d’Emergenza-Urgenza diventi equipollente ad altre dando così valore alle conoscenze e alle competenze dello specialista MEU.
Sui social media molti storcono il naso pensando che uno specialista MEU, con le nuove equipollenze, possa lavorare, ad esempio, in Cardiologia, ritenendo che la Cardiologia abbia peculiarità proprie. Ma, ci permettiamo di dire, forse si confonde l’equipollenza con la competenza. Ogni scuola di specialità ha proprie peculiarità. Senza dimenticare che all’interno della stessa specialità ci possono essere ultra specializzazioni che rendono alcuni ruoli ancor più peculiari. Uno specialista MEU senza specifica esperienza probabilmente avrà bisogno di pratica e di studio per diventare autonomo nella gestione di un reparto di Cardiologia, tanto quanto serve allo specialista cardiologo alle prime armi. Così come un gastroenterologo per poter lavorare con destrezza in un Pronto Soccorso.
Le equipollenze e le affinità sono a nostro parere elementi che esulano dalle competenze del singolo, ma inquadrano a fini organizzativi classi di professionisti in macro-gruppi interscambiabili. I macro-gruppi sono interscambiabili, non i singoli specialisti, le singole esperienze, le singole competenze.
Un ipotetico risultato del nuovo provvedimento, secondo alcuni, potrebbe essere un maggiore appeal della scuola di specializzazione in Medicina d’Emergenza-Urgenza. I maggiori sbocchi professionali potrebbero incentivare i giovani medici ad intraprendere la formazione specialistica MEU.
Tuttavia, allo stesso modo, questi maggiori sbocchi professionali potrebbero far aumentare la percentuale di abbandono dei reparti di Pronto Soccorso da parte degli specialisti MEU. Abbandono legato soprattutto alle condizioni di lavoro. Negli ultimi due anni, con l’avvento della pandemia, si parla spesso delle difficili condizioni di chi lavora nel settore emergenza-urgenza, ma questa situazione è vecchia di anni. Chiunque lavori in un Pronto Soccorso (o in qualunque contesto legato alla medicina d’emergenza) fa un’attività usurante, carica di responsabilità e di stress, di fatica e di incombenze mal gestite e mal pianificate. Le nuove equipollenze porteranno via professionisti dai Pronto Soccorso? Al momento non possiamo saperlo, così come non possiamo sapere, come qualcuno asserisce in varie pagine sul web, se questo provvedimento rappresenti solo un maldestro ed inefficace tentativo del Ministero della Salute di mettere una toppa ai problemi di mancanza di personale del Servizio Sanitario Nazionale.
SIMEU - Società Italiana Medicina d'Emergenza-Urgenza, in un comunicato apparso sul suo sito ieri, si dichiara soddisfatta del nuovo provvedimento del Ministero della Salute (non ancora definitivo, ricordiamolo).
Ritiene in primis che l’armonizzazione tra disciplina e scuola di specialità rappresenti un riconoscimento di identità chiara e definita degli specialisti MEU.
Quindi valuta positivamente le nuove equipollenze, che danno pari dignità agli specialisti MEU. SIMEU ritiene fondamentale, nel contesto attuale, che uno specialista MEU possa avere altri sbocchi professionali, soprattutto quando l’età avanza e le energie non sono più quelle di un neospecialista. SIMEU considera che questo provvedimento non determinerà uno svuotamento dei Pronto Soccorso se verranno poste in atto le misure necessarie per garantire a chi lavora nel settore emergenza-urgenza condizioni di lavoro sane, sicure e dignitose.
L’ultima considerazione di SIMEU riportata al termine del comunicato tuona contro chi, appresa la notizia, ha criticato aspramente il provvedimento. Alcuni dando giudizi non sempre informati, altri, secondo SIMEU, per soffocare ogni acquisizione da parte di chi lavora in Medicina d’Emergenza-Urgenza.
Resta un’ultima considerazione anch’essa particolarmente importante.
Al di là dei troppo frequenti giudizi disinformati, espressi da chi ha l’abitudine di commentare dopo aver letto solo il titolo, disquisendo di ciò che non conosce, una posizione contraria da parte di alcuni singoli Colleghi o Organizzazioni non può che essere interpretata come un tentativo di soffocamento anche della minima acquisizione da parte di chi lavora in Emergenza Urgenza.
Una posizione questa che – vista l’assoluta ininfluenza del provvedimento sulle prerogative di qualunque altro Collega specialista – non può che spiegarsi con la volontà di mantenere la nostra attività e la nostra professionalità ad un rango inferiore.
Posizione oggettivamente del tutto inaccettabile.SIMEU