Mario Draghi, classe ‘47, è da pochi giorni Presidente del Consiglio dei Ministri, a capo del 67° governo della Repubblica Italiana. In molti si chiedono quale sarà la sua strategia per superare la pandemia, tema in merito al quale l’ex Presidente della Banca Centrale Europea non ha lanciato proclami, ma, anzi, ha mantenuto un certo riserbo, in linea col suo stile. Uomo di poche parole, nel 2020 si registrano solo tre sue uscite pubbliche. Una di queste, in particolare, merita attenzione, perché qui il Professor Draghi condivide il suo pensiero sull’emergenza sanitaria e sulle azioni più efficaci per contrastarla.
Stiamo parlando dell’intervista rilasciata lo scorso settembre al professor Filippo Crea, ordinario di Cardiologia all'Università Cattolica e editor in chief dell'European Heart Journal, nella giornata conclusiva del Congresso della Società Europea di Cardiologia - ESCardio 2020.
L’intervista si concentra sulla pandemia e sulle sue implicazioni socio-economiche nel breve e nel lungo termine. Ci sono 3 punti interessanti che danno un'idea di quello che Draghi ritiene efficace per contrastare l’emergenza coronavirus.
Nell'intervista Draghi dice che in futuro serviranno investimenti nel settore sanitario ed una visione più globale. Nell’immediato, per contrastare la pandemia e far ripartire l’economia, test di massa e tracciamento.
A nostro parere la ricetta di Draghi è ancora valida. Infatti, se è vero che questa intervista è di settembre 2020, quando i vaccini non erano ancora disponibili, è anche vero che, a distanza di cinque mesi, la situazione contingente non ci appare molto diversa, nonostante la disponibilità dei vaccini. La campagna vaccinale va a rilento rispetto a quanto previsto/desiderato, emergono insidiose nuove varianti del virus, il vaccino AstraZeneca sembra inefficace contro la variante sudafricana (rendendo monco il nostro piano vaccinale), nessuno può escludere che avvengano mutazioni in grado di diminuire l’efficacia dei vaccini mRNA.
Attendere passivamente che tutti si siano vaccinati non ci sta portando buoni risultati. Il virus continua a circolare, siamo sempre un passo indietro rispetto al virus e la data di uscita dalla pandemia si allontana.
Ci sembra sensato riprendere a contenere il virus rilanciando la strategia test & tracing. Il contact tracing, praticamente dichiarato morto in novembre durante la seconda ondata, più per una mossa che ci ricorda la favola della volpe e dell’uva che per questioni strategiche, adesso potrebbe tornare utile.
Mr. Draghi, please do it, whatever it takes!