Grazie allo sviluppo di nuove tecnologie, negli ultimi decenni la medicina ha fatto notevoli passi avanti in ogni branca ed in ogni ambito. Ad esempio, le ricerche per lo studio e la prevenzione delle malattie sono migliorate grazie alla possibilità di condividere dati in tempo reale tra centri universitari distanti migliaia di chilometri, le diagnosi e le terapie sono diventate più precise ed accurate per merito di strumenti sempre più sofisticati e scoperte continue in campo biomedico e bioingegneristico.
Gli elementi di novità della medicina moderna non riguardano solo la ricerca scientifica e la pratica clinica, ma anche la divulgazione del sapere medico che, ai tempi dei social media, esce dalle aule accademiche, abbandona le pagine delle riviste autorevoli, sconfina oltre le sedi dei congressi e arriva sugli smartphone di ognuno di noi.
La medicina moderna non è esente da quell’overdose di informazioni che oggi sono raggiungibili da chiunque o, per meglio dire, che ci raggiungono ovunque. Nel mare magnum delle informazioni mediche disponibili online, tra le quali oggi va annoverato anche il flusso di informazioni che forniscono i pazienti, si possono individuare alcune voci autorevoli, quelle dei cosiddetti Medical Influencer. Secondo Medscape, un portale web di informazioni medico-scientifiche rivolto a medici, istituzioni ed aziende sanitarie, per essere dei veri med-influencer “i medici devono fornire informazioni utili e interagire con i loro colleghi in modo significativo - dovrebbero anche stabilire uno standard per le migliori pratiche da seguire sui social media, tra cui il tenere comportamenti fedeli all’etica professionale e l’agire in modo disinteressato”. Lo scorso ottobre Medscape ha pubblicato la lista dei 20 Top Physician Social Media Influencers, tra cui compaiono i nomi di Kevin Pho, Eric Topol e Rose Marie Leslie (di questa giovane dottoressa parlammo qui poche settimane fa a proposito della divulgazione medica rivolta ai giovani su TikTok).
La maggior parte dell’informazione medica viaggia sui social in lingua inglese e si rivolge a tutta la comunità. Ma esistono anche fenomeni locali. In Italia, ad esempio, diversi nomi sono diventati fonte di informazioni mediche sul web. Alcuni hanno blog e siti personali con migliaia di accessi quotidiani e sono presenti anche sui social network, altri hanno solo profili social. Alcuni sono presenti su più piattaforme social, altri ne hanno scelto solo una (in questo ultimo periodo Instagram sta diventando molto popolare in Italia, anche per i contenuti di carattere medico o che attengono alla vita dei medici). Tra i med-influencer più famosi in Italia ci sono certamente il Prof. Roberto Burioni e il Dr. Salvo di Grazia (MedBunker). Specialista in immunologia clinica il primo, ginecologo il secondo, da diverso tempo scrivono di medicina sui loro canali social e sono seguiti da migliaia di persone. La loro attività sul web è accomunata dall’obiettivo di divulgare temi di medicina in modo scientifico, basandosi sulle evidenze e smascherando fake news e ciarlatani. In questi giorni, su Twitter, i due si sono scambiati alcune battute a proposito della veridicità/autorevolezza dei dati relativi al numero di nuovi casi di infezione da coronavirus (leggi qui e qui lo scambio di battute).
Cosa succede quando i med-influencer si confrontano sui social media e sono in disaccordo tra loro? Succede che la medicina diventa un grande spettacolo aperto a tutti, dove la scienza viene dibattuta a colpi di tweet sagaci e sarcastici, post ironici e citazioni. Uno spettacolo aperto a tutti dove non solo si assiste, ma anche si partecipa, rischiando di essere “blastati” (blastare significa attaccare e zittire l’interlocutore, come suggerisce il vocabolario Treccani). Si fa con la medicina quello che si fa parlando sui social di immigrazione, di calcio, di politiche ambientali, di programmi televisivi. La medicina, uscita dalle accademie, diventa argomento di discussione e di opinione.
Come avviene in molti ambiti, anche nella divulgazione medico-scientifica abbiamo assistito ad un avanzamento tecnologico talmente rapido da non consentire una riflessione adeguata sulle modalità di utilizzo dei moderni mezzi di comunicazione, che hanno un altissimo potenziale. E, allora, a chi fare affidamento per avere informazioni mediche autorevoli su Twitter o Facebook? Quali sono i parametri che possono aiutarci a comprendere, nel mondo social, le fonti sicure e certe quando si parla di medicina?
Il numero dei tweet e dei followers, a nostro parere, non sono abbastanza.