Il 1° dicembre è il World Aids Day, che quest’anno celebra il suo 30° anniversario
Il tema della Giornata mondiale dell'AIDS di quest’anno sarà "Know your status". Dal 1988 sono stati compiuti progressi significativi nella risposta all'AIDS e oggi tre persone sieropositive su quattro conoscono il loro status. Ma c’è ancora tanta strada da fare per raggiungere le persone sieropositive che non conoscono il loro status e garantire che siano collegate a servizi di assistenza e prevenzione di qualità.
Know your status è una campagna che ha lo scopo di incoraggiare uomini e donne a conoscere il proprio stato sierologico nonché ridurre i pregiudizi e la paura di discriminazioni. Il test HIV è essenziale per espandere il trattamento e garantire che tutte le persone affette da HIV possano condurre una vita sana e produttiva. È inoltre fondamentale per raggiungere l'obiettivo 90-90-90 (90% delle infezioni da HIV diagnosticate, 90% delle persone trovate HIV-positive in trattamento, 90% di queste ultime con carica virale soppressa) e per consentire alle persone di compiere scelte in materia di prevenzione dell'HIV in modo da poter proteggere se stesse e i propri cari. Purtroppo, permangono molti ostacoli al test HIV. Lo stigma sociale e la discriminazione continuano a dissuadere le persone dal sottoporsi al test HIV. Molte persone si sottopongono ancora al test solo dopo essersi ammalate.
Il punto della situazione sull’AIDS in Italia si può fare leggendo i dati pubblicati di recente sul Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità (scaricalo qui)
Nel 2017 sono state segnalate 3.443 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a un’incidenza di 5,7 nuovi casi di infezione da HIV ogni 100.000 residenti. L’Italia, in termini di incidenza delle nuove diagnosi HIV, si colloca nella media dei Paesi dell’Unione Europea (5,8 casi per 100.000 residenti). L’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è diminuita lievemente tra il 2012 e il 2015, mostrando un andamento pressoché stabile dal 2015 al 2017.
Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2017 erano maschi nel 76,2% dei casi. L’età mediana era di 39 anni per i maschi e di 34 anni per le femmine. L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di 25-29 anni (15,9 nuovi casi ogni 100.000 residenti di età 25-29 anni).
Nel 2017, la maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV era attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituivano l’84,3% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 45,8%; maschi che fanno sesso con maschi 38,5%).
Si osserva un lieve decremento del numero annuo delle nuove diagnosi di AIDS. Il numero di decessi in persone con AIDS rimane stabile.
Nel 2017, il 36,1% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV è stato diagnosticato con un numero di linfociti CD4 inferiore a 200 cell/μL e il 55,8% con un numero inferiore a 350 cell/μL.
Nel tempo è aumentata la proporzione delle persone con nuova diagnosi di AIDS che ignorava la propria sieropositività e ha scoperto di essere HIV positiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi di AIDS, passando dal 20,5% del 1996 al 73,9% del 2017.
Fonti: UNAIDS http://www.unaids.org
Notiziario Istisan volume 31 - n. 9 supplemento 1 - 2018