Esiste una relazione tra la copertura mediatica e le segnalazioni di reazioni avverse ai vaccini
In uno studio pubblicato su "Vaccine", i ricercatori riportano che le informazioni lette sui media e le ricerche su Internet influenzano direttamente il numero di segnalazioni di reazioni avverse ai vaccini. Gli autori dimostrano che in quest’ambito alcuni comportamenti non sono solo legati a fattori medici.
Il Papilloma virus (HPV) è il principale fattore di rischio del tumore della cervice. I primi vaccini sono stati distribuiti nel 2006. Oggi i vaccini contro il Papilloma virus sono sicuri e proteggono dalle forme di HPV che più comunemente portano alla malattia. È ancora troppo presto per valutare l’impatto che il vaccino ha avuto sulla malattia, ma i primi dati sono incoraggianti. Questo nonostante l’utilizzo del vaccino non sia ancora pienamente diffuso. Da un lato infatti c’è paura delle eventuali reazioni avverse e dall’altro esistono barriere socio-culturali, come spesso succede quando si parla di malattie trasmissibili sessualmente.
In uno studio pubblicato recentemente alcuni ricercatori hanno provato a comprendere i fattori che influenzano le credenze e il comportamento delle persone quando si parla di vaccini. La UNSW di Sidney ha esaminato i dati dalla Nuova Zelanda, dove il vaccino HPV Gardasil è disponibile gratuitamente per tutte le studentesse delle scuole superiori dal 2009. Lo studio ha analizzato per sette anni il numero di notizie circolanti sul Gardasil, il volume mensile di ricerche fatte su Google inerenti al vaccino ed il numero di reazioni avverse segnalate al CARM (Centre for Adverse Reactions Monitoring).
Lo studio ha evidenziato che i periodi di maggiore copertura mediatica coincidevano con i periodi di maggiori segnalazioni di reazioni avverse. I ricercatori hanno scoperto di poter prevedere il numero di segnalazioni basandosi sul numero di notizie diffuse sul vaccino nel mese precedente. Anche il volume delle ricerche su Google ha avuto un ruolo chiave in questa relazione. Maggiore era la copertura mediatica, più numerose erano le ricerche su Google, che contribuivano a far aumentare le segnalazioni. I ricercatori hanno mostrato che l'aumento delle segnalazioni rifletteva un effetto "nocebo", per cui le persone manifestavano sintomi che in realtà non avevano. Probabilmente le persone, informate dai media sulle potenziali reazioni avverse al vaccino, sono condizionate ed usano Internet per fare auto-diagnosi, credendo di avere i sintomi di cui leggono.
Questa ricerca suggerisce che quando si forniscono informazioni sulla salute pubblica bisognerebbe evitare i falsi allarmismi ed essere accurati e precisi, senza esacerbare il rischio percepito.
Fonte: Faasse K, Porsius JT, Faasse J, Martin LR. Bad news: The influence of news coverage and Google searches on Gardasil adverse event reporting. Vaccine. 2017 Dec 14;35(49 Pt B):6872-6878. doi: 10.1016/j.vaccine.2017.10.004. Epub 2017 Nov 8.