Estate, sesso, musica e… infezioni
I comportamenti sessuali a rischio dei giovani durante i festival musicali occupano da decenni il mondo della ricerca internazionale. Ciò che era romantico a Woodstock è diventato un problema importante, soprattutto in Australia.
Infezioni sessualmente trasmissibili: registrato un aumento globale
Secondo uno studio australiano, la fascia di età compresa tra i 16 e i 29 anni è particolarmente colpita dalle IST. Uno dei problemi principali è la mancanza di conoscenza delle malattie sessualmente trasmissibili tra i minori di 20 anni.1 Anche il malessere psicologico sembra giocare un ruolo importante.2 Ma questo problema non è rilevante solo nell'emisfero meridionale. In Germania, ad esempio, casi di sifilide sono in costante aumento, come annunciato dalla Società tedesca per le IST lo scorso 20 luglio.3
Comportamenti sessuali a rischio in Australia
In Australia la prevalenza delle infezioni sessualmente trasmissibili, dei rapporti sessuali non protetti e degli aborti è in costante aumento tra i giovani di età compresa tra i 16 e i 29 anni. Già nel 2007 è stato studiato il ruolo dei festival musicali nei comportamenti sessuali a rischio dei giovani.4 Con l'aiuto di un questionario, sono state chieste ai ventenni, età media dei frequentatori del festival musicale "Big Day Out", informazioni sul loro comportamento sessuale. Quasi il 40% degli intervistati non usava il preservativo durante i rapporti sessuali. Il 48% aveva avuto diversi partner e il 66% un nuovo partner negli ultimi 3 mesi. Per il 43% di tutti i partecipanti con esperienza sessuale, il motivo del mancato uso del preservativo era l’assunzione di stupefacenti o l'ubriachezza. Un grosso problema si è rivelata la scarsa conoscenza delle malattie sessualmente trasmissibili. Uno studio australiano del 2016 è stato in grado di dimostrare che lo scarso benessere psicologico gioca un ruolo altrettanto importante nei comportamenti sessuali a rischio nella fascia di età compresa tra i 15 e i 29 anni.2
Campagna di sensibilizzazione sulle IST in Australia: un gran successo
Nel 2021 è stato pubblicato uno studio che ha esaminato l'impatto della campagna Down to Test (DTT) - un intervento di marketing sociale sulle IST - sui giovani tra i 15 e i 29 anni. La campagna è stata condotta nel contesto di festival musicali all'aperto e supportata dalla comunicazione sui media digitali. L'obiettivo della campagna era quello di utilizzare messaggi personalizzati per raggiungere il pubblico target e ridurre la prevalenza delle IST. Sono stati studiati i giovani frequentatori di festival musicali tra ottobre 2017 e marzo 2020 che avevano partecipato a un totale di 14 festival musicali. Tra i partecipanti allo studio, il 2,8% ha mostrato clamidia nel campione di urina. Va notato che allo studio hanno partecipato soprattutto donne (73,4%), il che rappresenta un importante pregiudizio. I tassi di test per le IST auto-riferiti già eseguiti nel corso della vita (70,4%) e l'intenzione di sottoporsi a test per le IST in futuro (39,0%) sono stati elevati. Il gruppo di ricerca ha concluso che la campagna DTT a livello nazionale è stata in grado di raggiungere in larga misura i giovani sessualmente attivi, contribuendo così a migliorare lo screening delle IST.1
Le IST batteriche più comuni in Germania e le loro conseguenze a lungo termine
In Germania, le infezioni causate dalla clamidia sono tra le IST batteriche più comuni, con circa 300.000 diagnosi all'anno. Le infezioni da clamidia possono portare all'infertilità nelle donne colpite a causa dell'adesione delle tube di Falloppio. Anche negli uomini questi batteri, che si trovano a livello intracellulare, possono causare danni migrando verso la prostata, l'epididimo e i testicoli.3 Ma non sono solo gli organi riproduttivi a poter essere colpiti. In rari casi, può verificarsi anche un'artrite reattiva post-infettiva.5 Dopo la clamidia, le IST batteriche causate dalla Neisseria gonorrhoeae seguono al secondo posto con circa 25.000-30.000 diagnosi all'anno. La sifilide è al terzo posto con circa 8.000 diagnosi all'anno, ma il numero di casi è in costante aumento. La gonorrea e la sifilide possono diffondersi per via sistemica. La sifilide, in particolare, che progredisce per gradi, può causare enormi danni all'organismo. Oltre al focolaio primario dell'infezione e ai sintomi cutanei altamente infettivi, possono essere coinvolti i sistemi nervoso e vascolare. Ne possono derivare parestesie, disturbi della memoria e persino calcificazioni e aneurismi.3
Il ruolo della COVID-19 nelle IST negli USA
Si potrebbe pensare che l'isolamento e le restrizioni dei contatti durante la pandemia di COVID-19 abbiano contribuito a ridurre la trasmissione delle IST. Uno studio epidemiologico statunitense ha utilizzato lo Youth Risk Behavior Surveys, rappresentativo a livello nazionale, per determinare il comportamento sessuale e l'uso dei servizi di salute sessuale e riproduttiva nel 2019 e nel 2021. Da questo studio è emerso che la prevalenza dei test per le IST è diminuita dal 20,4% al 15,3%. Il test dell'HIV è diminuito dal 9,4% al 5,8%. Non è chiaro se questa diminuzione della disponibilità a eseguire i test per le IST sia legata all’alta frequenza con cui all’epoca si eseguivano test per il virus SARS-CoV-2. In ogni caso, è chiaro che il calo dei test per le IST/HIV tra gli adolescenti comporta dei pericoli.6
Italia: situazione della popolazione generale
In Italia, gonorrea, sifilide e pediculosi del pube sono le uniche Infezioni sessualmente trasmesse a notifica obbligatoria per le quali sono disponibili dati nazionali. Per sopperire alla mancanza di dati sulle altre IST, in Italia sono stati attivati due sistemi di sorveglianza sentinella delle IST: la sorveglianza clinica (attiva dal 1991) e la sorveglianza di laboratorio (attiva dal 2009).
Nel 2021 le Infezioni sessualmente trasmesse sono risultate in aumento rispetto al 2020, anno in cui i dati hanno però risentito dell’emergenza COVID-19, mentre rispetto al 2019 si registra un numero stabile delle persone con una IST confermata. Rispetto al 2019 la riduzione maggiore di casi si è osservata in donne eterosessuali (-14,5%), mentre per gli uomini eterosessuali il numero di casi è sostanzialmente stabile.. Negli stessi anni, tra i maschi che fanno sesso con maschi (MSM, men who have sex with men) si rileva un aumento dell’88%, Ecco alcuni dei dati principali che emergono dall’ultimo rapporto pubblicato7:
- la clamidia, la gonorrea e la sifilide primaria e secondaria hanno mostrato gli aumenti maggiori nel 2021 rispetto al 2020, in modo particolare tra gli MSM;
- i giovani tra i 15 e i 24 anni mostrano una prevalenza di infezione da Chlamydia trachomatis tripla rispetto ai soggetti di età superiore;
- di rilievo, la riduzione del numero di casi di condilomi ano-genitali (-31%) che si è osservata dopo il 2016 è molto probabilmente attribuibile all’efficacia delle campagne vaccinali anti-HPV in femmine e maschi;
- il numero di persone che hanno effettuato un test per clamidia è diminuito del 32% nel 2021 rispetto al 2020;
- nel 2021, la prevalenza HIV nelle persone con diagnosi di IST è rimasta simile a quella del 2020 e pari al 14,7% - la prevalenza di infezione da HIV tra le persone con una IST confermata nel 2021 è circa settanta volte più alta di quella stimata nella popolazione adulta italiana.
Italia: i giovani e la prevenzione delle IST
In Italia, uno studio finalizzato ad indagare le conoscenze di giovani universitari/e sull’infezione da HIV (età media 23 anni), ha mostrato che soltanto il 62,5% conosceva le possibili vie di trasmissione e meno del 50% (45,8%) indossava sempre il profilattico durante i rapporti sessuali (valore che si riduceva all’aumentare dell’età).8 A risultati simili giunge anche lo studio italiano multicentrico condotto da Cegolon et al. dal quale emerge che soltanto il 28% del campione universitario (età media 21,4 anni) conosceva i metodi efficaci per prevenire le malattie sessualmente trasmissibili.9
Sempre in Italia, lo studio Health behaviour in school-aged children (Hbsc, 2018) ha rilevato che il 21,7% dei ragazzi e delle ragazze di 15 anni ha già avuto un rapporto sessuale completo. Tra gli/le adolescenti che hanno riferito di aver avuto rapporti sessuali, il metodo contraccettivo più comunemente usato nel loro l’ultimo rapporto sessuale è stato il preservativo (71,9%) seguito dal coito interrotto (38,6%) e dai contraccettivi orali (12,2%). Sempre parlando di metodi contraccettivi e non di prevenzione delle IST, il 4,7% dichiara di non aver utilizzato alcun metodo mentre il 2,6% ha risposto “altro”.10
Italia: lo studio EDIT
Lo studio Edit si propone come uno dei principali punti di riferimento in Toscana e in Italia per la produzione di analisi e riflessioni che consentano di migliorare la conoscenza e la capacità di intervento sulla complessa e articolata realtà dei comportamenti, delle abitudini e degli stili di vita delle ragazze e dei ragazzi in Toscana. Si tratta di uno studio multicentrico ideato e realizzato dall’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) dal 2005 con cadenza triennale. L’edizione 2022. ha coinvolto un campione rappresentativo della popolazione studentesca e ha visto la partecipazione di oltre 8.200 ragazze e ragazzi che frequentano Istituti secondari di II grado toscani (14-18 anni).
La percentuale di ragazzi/e sessualmente attivi/e è pari al 34,2% e non mostra significative differenze fra maschi e femmine (maschi: 33,7%; femmine: 34,7%). Fra coloro che hanno avuto un rapporto sessuale completo, il 49,2% dichiara di averlo avuto in un’età compresa fra i 15 e i 16 anni, il 18,2% fra i 17 ed i 18 anni mentre l’32,6% afferma di averlo avuto prima dei 14 anni.
L’uso di alcol o droghe nei momenti che precedono il rapporto sessuale è stato adottato dal 21,7% del campione con una differenza di genere che vede i maschi più inclini a questa pratica (maschi:24,2%; femmine:19,2%).
Per quanto riguarda l’uso del profilattico, il 63,6% dichiara di averlo utilizzato durante l’ultimo rapporto. Il dato è maggiore rispetto alle precedenti rilevazioni. L’incremento sembra dovuto prevalentemente ai maschi in cui gli utilizzatori sono aumentati di 7 punti percentuali rispetto alle femmine (+3,7%).
All’aumentare dell’età, l’uso del profilattico tende a ridursi progressivamente passando dal 71,6% dei 14enni al 58,9% dei ragazzi di 18 anni è più.
Questo dato sembra confermare l’utilizzo prevalentemente “anticoncezionale” che i ragazzi e le ragazze fanno del preservativo. Infatti, all’aumentare dell’età, la quota si riduce sensibilmente soprattutto nel genere femminile che inizia ad utilizzare altri metodi contraccettivi. A conferma di quanto appena descritto, soltanto il 25% delle ragazze che assumono la pillola anticoncezionale dichiarano di aver utilizzato il profilattico durante l’ultimo rapporto sessuale (39,2% le 14enni rispetto al 19,7% delle 18enni).
Data l’importanza che il profilattico riveste nel ridurre il rischio di contrarre una IST, i ricercatori hanno provato ad indagare la conoscenza che la popolazione adolescente ha di queste malattie. L’83,2% sa cosa sono le malattie a trasmissione sessuale (maschi: 81,6%; femmine: 84,9%) ma, chiedendo loro di indicare le principali infezioni, emerge chiaramente che mentre il 92,2% conosce l’HIV, i valori scendono quando parliamo di sifilide (54,3%), herpes vaginalis (54,4%), papilloma virus - HPV (47,6%), gonorrea (31,1%) e clamidia (23,9%). 11
Risulta chiaro, pertanto, come in un periodo della vita in cui il processo di maturazione sessuale e l'espressione dei legami affettivi rivestano un ruolo centrale, quale è l’adolescenza, sia necessario che le istituzioni educative principali si assumano la responsabilità di affrontare questo argomento.
Festa! Finché non si va dal medico
Sono al vaglio dei ricercatori alcune ipotesi secondo cui in estate, complici le più frequenti occasioni di divertimento di massa, quali ad esempio i concerti e i festival musicali, alcune infezioni si diffondano con più rapidità. In Austria le IST sono arrivate persino sui media. L'estate scorsa è stato possibile osservare una rapida diffusione delle IST in occasione di feste o eventi di massa. Oltre alle IST, anche l'influenza, il morbillo, la parotite e il norovirus si sono diffusi sempre più spesso durante i festival.12 Anche in Germania le IST sono balzate sui media quest'estate. In questo caso, protagoniste erano sifilide, clamidia ed epatite.13 Il Ministero federale degli Affari Sociali, della Salute, dell'Assistenza e della Protezione dei Consumatori ha pubblicato la scorsa estate, un opuscolo (Stay Safe!) con consigli su come proteggersi dalle IST. Oltre alle IST, sono state fornite informazioni e avvertenze anche sul vaiolo delle scimmie e sul SARS-COV-2. L'opuscolo è stato definito "il compagno ideale per i partecipanti a grandi eventi, festival e celebrazioni" ed è disponibile online in formato PDF.14
In Italia, sul tema, non risultano campagne informative nazionali recenti, nemmeno altre azioni comunicative di carattere nazionale e di ampia portata. Stando al sito del Ministero della Salute, in Italia l’ultima campagna nazionale di comunicazione generale per la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili risale al 2018 (si trova una campagna specifica sulla vaccinazione anti-HPV nel 2022 e due specifiche sull’HIV nel 2021 e 2019).
I dati che emergono da indagini come quelle dello studio EDIT evidenziano la necessità di informare in modo concreto e mirato, soprattutto i più giovani, che rappresentano una popolazione tra le più a rischio per le IST.
Tuttavia, l’azione di chi si occupa di salute, ci appare blanda e poco mirata. Le campagne informative che, quando ci sono, si basano su locandine e brochure distribuite presso gli studi medici e le farmacie non ci sembrano efficaci. Anche gli spot televisivi o i banner per i siti web o i social più “anziani” (Facebook e Twitter) non sono probabilmente i mezzi più utili per raggiungere gli adolescenti. Sarebbe forse il caso di diversificare le modalità e i mezzi di comunicazione, utilizzando il mezzo più idoneo a seconda del target. Per la popolazione più giovane, probabilmente servono linguaggi e toni più generazionali, mezzi efficaci, presenza durante i momenti di aggregazione più significativi. A nostro parere, alcune campagne locali condotte dalla Croce Rossa Italiana o dalle singole Regioni, come le iniziative #FacciamoloTutti (Regione Puglia) o helpAIDS (Regione Emilia Romagna) rappresentano un buon esempio per attivare una strategia di comunicazione nazionale più mirata ed efficace. Va messa tra gli appunti anche la campagna DTT.
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