Il 5 Aprile 2022 l’Organizzazione Mondiale della Sanità è stata informata di alcuni casi di epatite acuta di origine sconosciuta in pazienti al di sotto dei 16 anni e prevalentemente tra i 2 e i 5 anni. Al 21 aprile 2022 i casi riportati sono risultati essere 169 (114 nel Regno Unito, 13 in Spagna, 12 in Israele, 9 negli USA, 6 in Danimarca, 5 in Irlanda, 5 in Olanda, 4 in Italia, 2 in Norvegia, 2 in Francia, 1 in Romania e 1 in Belgio). I casi segnalati hanno un'età compresa tra 1 mese e 16 anni. Diciassette bambini (circa il 10%) hanno richiesto un trapianto di fegato; è stato segnalato almeno un decesso.
La sindrome clinica tra i casi identificati è risultata essere un'epatite acuta con enzimi epatici notevolmente elevati. Molti casi hanno riportato sintomi gastrointestinali inclusi dolore addominale, diarrea e vomito che hanno preceduto il quadro clinico di epatite acuta grave e livelli aumentati di enzimi epatici (aspartato transaminasi [AST] o alanina aminotransaminasi [ALT] maggiore di 500 UI/L) e ittero. La maggior parte dei casi non aveva la febbre. I virus comuni che causano l'epatite virale acuta (virus dell'epatite A, B, C, D ed E) non sono stati rilevati in nessuno di questi casi. I viaggi internazionali o i collegamenti ad altri paesi sulla base delle informazioni attualmente disponibili non sono stati identificati come fattori di rischio epidemiologico.
L'adenovirus è stato rilevato in almeno 74 casi e tra i casi con informazioni sui test molecolari, 18 sono stati identificati come tipo 41. SARS-CoV-2 è stato identificato in 20 casi di quelli testati.
Inoltre, 19 pazienti sono stati rilevati con una coinfezione da SARS-CoV-2 e adenovirus. Il Regno Unito, dove fino ad oggi è stata segnalata la maggior parte dei casi, e anche i Paesi Bassi hanno recentemente osservato un aumento significativo delle infezioni da adenovirus nella comunità (in particolare rilevate nei campioni fecali nei bambini) a seguito di bassi livelli di circolazione dell’adenovirus durante la pandemia di COVID-19. Non vi è alcuna associazione con i vaccini antiCOVID in quanto la gran parte casi non aveva mai ricevuto alcuna dose di vaccino contro SARS-CoV2.
Sebbene l'adenovirus sia attualmente un'ipotesi come causa scatenante, tale ipotesi eziologica non spiega completamente la gravità del quadro clinico. L'infezione da adenovirus di tipo 41, il tipo di adenovirus implicato, non è stata precedentemente collegata a tale presentazione clinica. Gli adenovirus sono agenti patogeni comuni che di solito causano infezioni autolimitanti. Si diffondono da persona a persona e più comunemente causano malattie respiratorie, ma a seconda del tipo possono anche causare altre malattie come gastroenterite, congiuntivite e cistite. Esistono più di 50 tipi di adenovirus immunologicamente distinti che possono causare infezioni nell'uomo.L'adenovirus di tipo 41 si presenta tipicamente con diarrea, vomito e febbre, spesso accompagnati da sintomi respiratori. Benchè siano stati segnalati casi di epatite in bambini immunocompromessi con infezione da adenovirus, non è noto che l'adenovirus di tipo 41 sia una causa di epatite in bambini altrimenti sani.
Alla luce dell’attuale contesto epidemiologico la Società Italiana di Pediatria (SIP) ha realizzato un documento con l’obiettivo di definire l’algoritmo da implementare in pazienti con sospetta o probabile epatite acuta.
Il documento, oltre a riportare la definizione di caso, in base ai criteri stabiliti dall’OMS, indica l’algoritmo diagnostico da implementare da parte dei pediatri di famiglia, dei medici di medicina generale, dei medici in Pronto Soccorso e l’algoritmo diagnostico da implementare in reparto.
La SIP invita inoltre ad inviare i dati dei pazienti alle Società Italiane Pediatriche competenti nel campo dell’epatite virale, previa raccolta del consenso informato, al fine di raccogliere tutti i dati clinici ed eventualmente produrre dei report nei circuiti scientifici nazionali ed internazionali.