Enzalutamide per i pazienti con CRPC

Su “The New England Journal of Medicine” si descrive uno studio clinico su Enzalutamide. Il farmaco mostra un effetto potente nei pazienti con carcinoma della prostata resistente alla castrazione (CRPC, Castration-resistant Prostate Cancer). Attualmente non ci sono terapie sistemiche approvate per questi pazienti.

Il farmaco riduce il rischio di metastasi e i decessi

Su “The New England Journal of Medicine” si descrive uno studio clinico su Enzalutamide. Il farmaco mostra un effetto potente nei pazienti con carcinoma della prostata resistente alla castrazione (CRPC, Castration-resistant Prostate Cancer). Attualmente non ci sono terapie sistemiche approvate per questi pazienti.

Il carcinoma della prostata ha una prevalenza estremamente elevata e nonostante le azioni di screening la mortalità per questa malattia negli ultimi 10 anni non è migliorata significativamente. Nello studio di fase III PROSPER, sponsorizzato da Pfizer e Astellas Pharma, è stato dimostrato che enzalutamide riduce il rischio di metastasi o morte del 71% rispetto a un placebo.
Enzalutamide (nome commerciale Xtandi) è già approvato per il trattamento del carcinoma della prostata metastatico "resistente alla castrazione" (mCRPC, Metastatic Castration-resistant Prostate Cancer). Il farmaco è un agente ormonale orale di ultima generazione che inibisce in maniera potente il recettore degli androgeni. Agisce bloccando l’attività del testosterone. Le cellule tumorali così muoiono o vanno in uno stato quiescente.

Il nuovo studio ha valutato l'efficacia del farmaco nel carcinoma della prostata resistente alla castrazione (CRPC), malattia aggressiva,  ma non metastatica. Lo studio ha testato gli effetti di enzalutamide in 1.400 uomini con CRPC i cui livelli di PSA erano raddoppiati in 10 mesi o meno nonostante la terapia di deprivazione androgenica (ADT, Androgen Deprivation Therapy).
Ai pazienti è stata somministrata una singola dose di 160 milligrammi di enzalutamide o placebo una volta al giorno. Rispetto a coloro che hanno assunto il placebo, gli uomini che hanno assunto enzalutamide hanno avuto un rischio ridotto del 71% di sviluppare metastasi o di morire prima della fine del trial di 3 anni. Nello studio - randomizzato, controllato e in doppio cieco - la sopravvivenza libera da metastasi (MFS, Metastasis-free Survival) mediana è risultata di 36,6 mesi nel gruppo trattato con enzalutamide più l’ADT contro 14,7 mesi in quello trattato con la sola terapia endocrina. Il farmaco ha anche posticipato il riacutizzarsi del cancro di quasi 2 anni rispetto al placebo.

Il team deve continuare con ulteriori follow-up per valutare l'impatto a lungo termine del farmaco sulla sopravvivenza, ma ci sono delle prime tendenze sicuramente incoraggianti. Proprio per questo, Pfizer e Astellas, le due aziende che sviluppano il farmaco, hanno già presentato sia alla Food and drug administration (Fda) sia alla European medicines agency (Ema) una domanda di ampliamento delle indicazioni di enzalutamide, che è attualmente approvata solo per il trattamento del tumore alla prostata già metastatizzato e non più rispondente alla terapia ormonale.


Fonte: Hussain M, Fizazi K, Saad F, Rathenborg P, Shore N, Ferreira U, Ivashchenko P, Demirhan E, Modelska K, Phung, Krivoshik A, Sternberg CN. Enzalutamide in Men with Nonmetastatic, Castration-Resistant Prostate Cancer. N Engl J Med. 2018 Jun 28;378(26):2465-2474. doi: 10.1056/NEJMoa1800536.