Riflessioni di un virologo anonimo e “arrabbiato”
La decisione del Regno Unito di ritardare la seconda dose del vaccino Pfizer/BioNTech che viene distribuito in massa nella nazione è una strategia rischiosa, non solo per chi viene sottoposto a vaccinazione,
Il Regno Unito ritarda la seconda dose di vaccino anti-COVID, per alcuni esperti una strategia rischiosa
La decisione del Regno Unito di ritardare la seconda dose del vaccino Pfizer/BioNTech COVID-19 che viene distribuito in massa nella nazione è una strategia rischiosa - non solo per chi viene sottoposto a vaccinazione, ma anche in termini di impatto a lungo termine sulla salute pubblica.
La Gran Bretagna è intenzionata a posticipare la somministrazione della seconda dose del vaccino Pfizer/BioNTech di 4-12 settimane, in modo da poter distribuire la prima dose ad un numero più alto di persone. Secondo alcuni esperti, questi ritardi potrebbero compromettere l’efficacia del vaccino, si potrebbero generare varianti della proteina spike capaci di eludere le risposte anticorpali indotte dai vaccini. Vi riportiamo la traduzione di quanto ha postato su Twitter il Prof. Paul Bieniasz, un virologo della Rockefeller University (New York).
“Il virus SARS-CoV-2 è abbastanza facile da neutralizzare con gli anticorpi e, a quanto pare, è semplice sviluppare vaccini efficaci che hanno come obiettivo la proteina spike. Forse, anzi probabilmente, queste due proprietà sono causalmente correlate. Inoltre, sembra che sia abbastanza difficile (anche se non impossibile) generare varianti della proteina spike resistenti, capaci di eludere le risposte anticorpali policlonali determinate dai vaccini. Sono tutte ottime notizie.
Tuttavia, se fossi perfido e volessi assicurarmi che i nuovi vaccini anti-COVID divenissero impotenti, proverei a fare alcune cose, che elenco qui di seguito.
In primo luogo, vorrei aumentare la dimensione e la diversità della popolazione virale. Poiché il virus SARS-CoV-2 ha una polimerasi capace di correggere gli errori, potremmo dover lavorare sodo per farlo. Le quattro misure descritte di seguito potrebbero aiutare a raggiungere questo obiettivo, consentendo al virus di esplorare quanta più diversità genetica possibile, generando ogni possibile mutazione puntiforme il più frequentemente possibile.
-
Ritardare l'introduzione dei test, in modo che il virus possa diffondersi sottotraccia, seminando focolai in popolazioni diverse dal punto di vista geografico, demografico e culturale, rendendolo virtualmente impossibile da reprimere con approcci di testing e di tracciamento isolati.
-
Attuare restrizioni parziali e disomogenee sugli spostamenti e sulle interazioni sociali, mantenendo così sempre alto il numero di individui infetti.
-
Tenere aperte le scuole, sostenendo che i bambini non trasmettono frequentemente il virus. Dal momento che i bambini contraggono infezioni generalmente lievi e forse più frequentemente asintomatiche, la diversificazione delle popolazioni virali ha maggiori probabilità di diffondersi senza essere rilevata.
-
Insinuare dubbi e far circolare notizie false, facendo pieno uso dei social media e di altri mezzi di comunicazione, parlando ad esempio di mascherine o inefficaci, di test PCR troppo sensibili o inaffidabili, dicendo che l’immunità del gregge è una strategia ragionevole, o anche che il virus SARS-CoV-2 non esiste. Minare le già inadeguate misure di salute pubblica aiuta a mantenere su larga scala le dimensioni della popolazione virale.
In secondo luogo, durante o dopo aver contribuito a creare grandi e diverse popolazioni virali, inizieremo ad esercitare una pressione selettiva per favorire mutazioni in grado di aumentare la resistenza agli anticorpi. Per fare questo, potremo richiedere l'aiuto della classe medica, in modo da mettere in atto le misure 5 e 6. I medici, lodevolmente, vogliono aiutare quante più persone possibile nel minor tempo possibile. Potremmo sfruttare questo a nostro favore.
-
Trattare decine di migliaia di persone con plasma iperimmune non caratterizzato, di debole/sconosciuta potenza, senza adeguati studi clinici, per accelerare la pressione selettiva e far emergere le varianti resistenti agli anticorpi. Anche in questo caso, non so quanto sarebbe efficace dato che questo trattamento avviene per lo più negli ospedali, dove la trasmissione successiva sarebbe presumibilmente rara, ma varrebbe certamente la pena provare. Gli individui immunocompromessi con infezione persistente potrebbero essere particolarmente utili in questo caso.
- Infine, ecco il colpo di genio: dopo aver sviluppato un importante vaccino a due dosi, straordinariamente efficace, SOMMINISTRARLO A MILIONI DI PERSONE, MA RITARDANDO LA SECONDA DOSE. In questo caso è fondamentale generare un pool di individui con la giusta quantità di anticorpi neutralizzanti per applicare una pressione selettiva, ma anche mantenere livelli sufficienti di virus parzialmente resistente agli anticorpi per consentire la trasmissione successiva. Potremmo non riuscirci subito dopo la prima dose, ma se lasciamo che l'immunità si affievolisca dopo un po' di tempo, diciamo 4-12 settimane, potremmo farcela.
Naturalmente, non so se quanto ho scritto otterrebbe l’effetto sperato, ma è quello che cercherei di fare se volessi generare varianti SARS-CoV-2 resistenti al vaccino”.
Fonte: Bieniasz P. Profilo Twitter personale. Tweet del 02/01/2021