La psilocibina (il principio attivo dei cosiddetti "funghi magici") è un classico allucinogeno serotoninergico che agisce sul recettore della serotonina 5-HT2A. Si tratta di un precursore che viene attivato a psilocina nel corpo. I suoi effetti sono principalmente mediati da un agonismo parziale al recettore della serotonina 5-HT2A. La psilocibina è usata a scopo ricreativo e nella ricerca psichiatrica. Gli effetti dei funghi, che crescono allo stato selvatico e che sono usati sin da tempi antichi come rimedi curativi e sostanze inebrianti, variano dal dare euforia e ilarità fino ad essere fortemente allucinogeni e psichedelici, alterando la percezione del tempo e dello spazio, distorcendo la sensazione dell’ambiente circostante. La psilocibina è studiata come trattamento per una varietà di disturbi psichiatrici, compresi i disturbi dell'umore e dell'ansia.
La terapia di prima linea per i pazienti con disturbi dell'umore e dell'ansia sono oggi gli inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRl), che aumentano acutamente i livelli di serotonina (5-HT) nelle sinapsi del cervello. Tuttavia, gli effetti di elevazione dell'umore si verificano generalmente dopo diverse settimane di trattamento quotidiano ripetuto e sono probabilmente associati a cambiamenti adattivi del cervello. Escitalopram, un farmaco usato spesso per la terapia degli episodi depressivi, agisce come un inibitore del trasportatore di serotonina (SERT). Il legame tra questo meccanismo e i suoi effetti positivi sull'umore rimane da stabilire. Diversi studi suggeriscono una possibile down regulation dei recettori postsinaptici della serotonina (5-HT) come il recettore 5-HT2A.
Lo scopo dello studio condotto dai ricercatori dell’Università di Basilea, coordinati dal Prof. Matthias Liechti, era di valutare se l'inibizione del trasportatore SERT riducesse l'espressione del gene che codifica per il recettore 5-HT2A e la risposta alla psilocibina. Per gli studi di fase due e i programmi di uso compassionevole, che utilizzano la psilocibina, sarà importante sapere se i pazienti devono interrompere il loro trattamento SSRI prima della somministrazione di psilocibina. I risultati dello studio sono stati presentati dalla Dr.ssa Anna Becker durante il convegno Insight 2021.
I partecipanti hanno assunto escitalopram (10 mg nella prima e 20 mg nella seconda settimana) o placebo per 14 giorni. Quindi è stata somministrata una singola dose di psilocibina (25 mg). Endpoint primario dello studio erano gli effetti soggettivi sulla coscienza (misurati con la scala 5D-ASC). Gli endpoint secondari includevano ulteriori misurazioni psicologiche, concentrazioni plasmatiche di psilocibina ed escitalopram, espressione genica del recettore HTR, così come alcune misure di sicurezza (effetti sul sistema nervoso autonomo, ECG).
La Dr.ssa Becker al congresso Insight 2021
(credit: Samuli Kangaslampi)
La ricerca ha permesso di scoprire che 2 settimane di pretrattamento con escitalopram non hanno avuto alcun effetto rilevante sugli effetti positivi dell'umore. Escitalopram non ha alterato la farmacocinetica della psilocina né la sua influenza sui livelli di BDNF (Brain-derived neurotrophic factor). Inoltre, il pretrattamento con escitalopram ha ridotto gli effetti avversi della psilocibina. Quindi, nei soggetti sani, escitalopram e psilocibina possono essere tranquillamente somministrati insieme.
La Dr.ssa Becker ritiene necessari ulteriori approfondimenti che superino i limiti di questa ricerca. Infatti ci potrebbe essere una reazione diversa nelle persone con disturbi psichiatrici. Inoltre un pretrattamento più lungo potrebbe portare a (ulteriori) cambiamenti neuroadattivi. Un altro limite di questo studio è che non è stato misurato il livello di espressione del gene HTR1A (o di altri marcatori che potrebbero essere stati alterati).
Fonte: Becker A, Effects of Serotonin Reuptake Inhibitor (SSRI) Pretreatment on the Subjective Response to Psilocybin in Healthy Subjects, Insight 2021